Assegno agli operatori in servizio civile universale: cumulabilità con NASpI e DIS-COLL


Con riferimento alla nuova e diversa qualificazione dei compensi riconosciuti ai volontari del servizio civile universale e della conseguente possibilità di cumulare pienamente la prestazione di disoccupazione con tali compensi, il beneficiario delle prestazioni NASpI o DIS-COLL che durante il periodo indennizzabile svolga il servizio civile universale non è tenuto a effettuare all’INPS alcuna comunicazione in ordine allo svolgimento del servizio civile e all’importo del relativo compenso annuo che gli verrà riconosciuto.

Con riferimento alle indennità di disoccupazione NASpI e DIS-COLL che sono state oggetto di riduzione in presenza di contestuale svolgimento del servizio civile, l’Inps chiarisce che le stesse possono essere, su istanza di parte, oggetto di riliquidazione da parte delle Strutture territorialmente competenti.
La riliquidazione della prestazione su istanza di parte per la rilevata piena cumulabilità – per effetto dell’entrata in vigore in data 18 aprile 2017 del D.lgs. n. 40/2017 – della prestazione di disoccupazione, con il compenso percepito dall’assicurato per il servizio civile prestato in concomitanza con la fruizione dell’indennità, può trovare applicazione retroattivamente con il solo limite dei rapporti già “esauriti”, per effetto di una sentenza passata in giudicato ovvero per il decorso del termine annuale di decadenza sostanziale dall’azione giudiziaria (quanto alla sola NASpI), o della prescrizione quinquennale del diritto alla riliquidazione (quanto alla sola NASpI).
Con specifico riferimento alla DIS-COLL, considerato che la predetta prestazione non è inclusa tra quelle di cui all’articolo 24 della legge 9 marzo 1989, n. 88, in difetto di diversa espressa previsione normativa, il relativo termine di prescrizione deve considerarsi quello ordinario decennale (Messaggio Inp 28 aprile 2022, n. 1800).


Riders: configurabilità del rapporto di lavoro subordinato


Non esclude la natura subordinata del rapporto di lavoro l’assenza di un obbligo ad eseguire la prestazione che rende libero il rider di non accettare o disdire le proposte di consegna e lavorare per altri committenti (Tribunale di Milano, Sentenza 20 aprile 2022, n. 1018).


Il Tribunale locale ha accolto il ricorso proposto da un rider, volto all’accertamento della natura subordinata del rapporto di lavoro full time intercorso tra questi e la società che gestiva la piattaforma per conto della quale lo stesso operava.
Sulla base delle risultanze processuali il Tribunale, in particolare, è giunto a ritenere che l’attività lavorativa svolta dal predetto presentasse i connotati propri della subordinazione in quanto il lavoratore, in qualità di rider, lavorava all’interno e per le finalità di un’organizzazione della società titolare della piattaforma, sulla quale non poteva esercitare alcuna influenza, senza avervi interesse e senza assumere alcun rischio d’impresa; all’epoca dei fatti di causa, la prestazione risultava completamente organizzata dall’esterno con un’incidenza diretta sulle modalità di esecuzione, sui tempi e sui luoghi.
Dfatti l’accesso alle fasce orarie di prenotazione non era libero, ma era condizionato dal punteggio posseduto dal rider, secondo gli indici di prenotazione; il rider veniva penalizzato con decurtazione del punteggio per il ritardo nel Iogin nella sessione prenotata e/o se non si rendeva disponibile negli orari e nei giorni che la società considerava “più rilevanti per il consumo di cibo a domicilio”e, per essere selezionato dall’algoritmo e ricevere la proposta, doveva trovarsi nelle vicinanze del locale da cui deve essere ritirata la merce; la piattaforma indicava al rider dove recarsi per ritirare il prodotto e dove consegnarlo e la società, attraverso il sistema di geolocalizzazione, controllava la posizione del rider durante tutto lo svolgimento dell’attività lavorativa.


Sulla scorta di tali evidenze il Tribunale ha, in particolare, giudicato irrilevanti le deduzioni della società convenuta secondo cui la natura di rapporto di lavoro subordinato sarebbe stata esclusa nel caso in questione dall’assenza di un obbligo ad eseguire la prestazione, essendo il rider sempre libero di non accettare o disdire le proposte di consegna e lavorare per altri committenti.
Al riguardo, invero, il Giudicante ha evidenziato che la facoltà di rifiutare la singola prestazione non determina affatto un’ incompatibilità rispetto alla subordinazione, perché, da un lato, il lavoro subordinato può afferire ad una singola prestazione, dall’altro, ai fini della qualificazione del rapporto di lavoro subordinato, non assume significato determinante la circostanza che il collaboratore sia libero o meno di accettare se svolgere la prestazione, trattandosi di elemento che incide sulla costituzione del rapporto e sulla sua durata, ma non sulla natura dello stesso.


Inoltre, con riguardo alla fattispecie in esame, il Tribunale ha evidenziato che l’effettiva libertà del rider fosse senz’altro limitata dalla decurtazione del punteggio prevista che non solo si configurava come espressione di un potere disciplinare ma si poneva anche come manifestazione di un più generale potere direttivo.
Al pari, le modalità di assegnazione degli incarichi di consegna (in base all’algoritmo) previste nella fattispecie, costringendo il lavoratore a essere a disposizione del datore di lavoro nel periodo di tempo antecedente l’assegnazione, mediante la connessione dell’app, e ad essere fisicamente vicino ai locali di ritiro, incidono, senz’altro, anche sul piano della qualificazione del rapporto di lavoro, imponendosi in tal modo al rider di essere già disponibile ad effettuare la consegna.
Nondimeno, tali modalità precludono al rider di trovarsi in altro luogo per la ricezione dell’offerta nonché di ricevere offerte relative a locali più distanti, condizionando la sua scelta delle prestazioni da eseguire.
A ciò si aggiuge che al rider non è concessa la facoltà di cumulare al meglio i prodotti da consegnare per migliorare l’efficienza della propria attività, questi, infatti, è obbligato a consegnare un pacco per volta sulla base delle disposizioni della società, che decide se affidare a lui una consegna e quante consegne affidargli nel corso del turno.
Pertanto il lavoratore non dispone di un concreto spazio di libertà decisionale nemmeno per quanto riguarda il quantum della prestazione e la sua libertà di scelta risulta ulteriormente ridotta alla luce del fatto che le proposte vengono assegnate dalla piattaforma, tramite l’algoritmo, sulla scorta di criteri del tutto estranei alle preferenze e agli interessi del lavoratore.

Incentivi per il rientro in Italia di ricercatori residenti all’estero


In tema di incentivi per il rientro in Italia di ricercatori residenti all’estero, fermo restando i requisiti previsti dalla disciplina agevolativa, non costituisce motivo di esclusione la prestazione di attività lavorativa subordinata part-time con modalità a distanza per una società italiana contestualmente allo svolgimento di attività di docenza e ricerca all’estero, né lo svolgimento di un soggiorno di ricerca temporaneo in Italia per un periodo inferiore a 183 giorni nell’anno. (Agenzia delle Entrate – Risposta 27 aprile 2022, n. 222).

Il caso esaminato dall’Agenzia delle Entrate riguarda la fruizione degli incentivi per il rientro in Italia di ricercatori residenti all’estero.
Nella fattispecie, una ricercatrice italiana, residente all’estero da ottobre 2012, ha svolto documentata attività di ricerca e docenza all’estero presso università e centri di ricerca pubblici e privati. In particolare, l’attività di ricerca è stata svolta:
– per 24 mesi continuativi dal 1° settembre 2014 al 31 agosto 2016, presso un’Università svizzera;
– per 4 mesi continuativi dal 1° novembre 2017 al 31 marzo 2018, presso un Istituto svizzero;
– per 18 mesi continuativi dal 1° aprile 2018 al 30 settembre 2019, presso un’Università francese.
Inoltre, è stata svolta attività di ricerca e docenza per 18 mesi continuativi dal 1° aprile 2020 al 31 agosto 2021 presso un’Università svizzera.
Contestualmente all’attività di ricerca all’estero, dal 27 dicembre 2016 al 18 aprile 2018, è stata svolta attività di lavoro subordinato part-time (20 ore a settimana) in modalità a distanza per una società italiana.
Inoltre, dal 1° marzo 2017 al 30 giugno 2017, è stato svolto un soggiorno di ricerca temporaneo in Italia.
Considerato che dal 1 ° aprile 2022 la ricercatrice inizia attività di ricerca in Italia, come collaboratrice scientifica in forza di un contratto di lavoro subordinato full-time a tempo determinato (3+2 anni), trasferendo la residenza fiscale in Italia, si chiede se sia possibile accedere al regime fiscale agevolato previsto per il rientro in Italia di ricercatori residenti all’estero.
In particolare, fermo restando il rispetto delle condizioni stabilite dalla disciplina agevolativa, si chiede se sono ostativi alla fruizione dell’agevolazione:
1) la prestazione di attività lavorativa subordinata part-time con modalità a distanza contestualmente allo svolgimento di attività di docenza e ricerca all’estero e lo svolgimento di un soggiorno di ricerca temporaneo in Italia, per i periodi sopra rispettivamente indicati;
2) l’aver svolto attività di ricerca e docenza all’estero per un periodo di due anni continuativi (dal 01.09.2014 al 31.08.2016) non coincidente con i due anni immediatamente precedenti il rientro in Italia (01.04.2022).


In relazione al secondo quesito, riguardante il requisito dell’attività di ricerca e docenza svolta all’estero, l’Agenzia delle Entrate ha precisato che detta attività non necessariamente deve essere stata svolta nei due anni immediatamente precedenti il rientro, essendo sufficiente che l’interessato, prima di rientrare in Italia, abbia svolto tali qualificate attività all’estero per un periodo minimo ed ininterrotto di almeno ventiquattro mesi.


Con riferimento al primo quesito, concernente lo svolgimento di attività per società, enti ed istituzioni italiane durante la permanenza all’estero, l’Agenzia delle Entrate ha precisato che l’attività di lavoro dipendente part-time per la società italiana, dall’estero e in modalità a distanza, deve ritenersi produttiva di redditi fuori dal territorio italiano, pertanto non è ostativo alla fruizione del beneficio;
Riguardo al soggiorno di ricerca temporaneo in Italia, l’Agenzia delle Entrate ha chiarito che, siccome la predetta attività di ricerca (in Italia) è stata svolta per un periodo inferiore a 183 giorni, nel periodo d’imposta non risulta integrata la condizione che determina la fictio juris della residenza fiscale in Italia, ovvero non può essere assunto come periodo d’imposta in cui il reddito da docenza o ricerca risulta prodotto nel territorio dello Stato in modo prevalente. Pertanto, non deve ritenersi ostativo della fruizione del beneficio.

Questionario online Cassa Mutua Nazionale

Con circolare 5/2022 della Cassa Mutua Nazionale è stato comunicato che dallo scorso 20 Aprile e fino al 5 Maggio p.v., è stato avviato un questionario online per conoscere, analizzare e predisporre una migliore assistenza e le più idonee prestazioni da dedicare alle situazioni di fragilità presenti nella platea degli iscritti.

È sempre più necessario farsi carico degli specifici bisogni espressi dagli iscritti e, in particolare, di quelli che si trovano in situazioni di fragilità.
Per definire ed attuare idonee iniziative è, però, indispensabile avere maggiore conoscenza circa le condizioni di tutti gli iscritti, individuando quei soggetti ai quali rivolgere una particolare attenzione.
A tal fine, è stata predisposta un’indagine conoscitiva sanitaria, programmata tramite la piattaforma web e sarà disponibile dal 20 aprile al 5 maggio, sul sito istituzionale www.cmn.bcc.it il cui accesso avviene tramite credenziali.
Lo scopo di tale indagine facoltativa è quello di individuare le categorie degli iscritti in possesso di:
– Invalidità al 100% con Indennità di Accompagnamento;
– Invalidità civile superiore ai due terzi;
– patologie relative ad assistiti fragili e con cronicità.

Domestici: finanziamento degli interventi per la prevenzione degli infortuni


Pubblicato l’avviso pubblico 2022 dell’Inail per il finanziamento di interventi informativi finalizzati alla prevenzione degli infortuni in ambito domestico.


Destinatari delle attività sono i soggetti di età compresa tra i 18 e 67 anni compiuti che svolgono a titolo gratuito e senza vincolo di subordinazione un’attività rivolta alla cura dei componenti della famiglia e dell’ambiente in cui dimorano, in modo abituale ed esclusivo, vale a dire che non svolgono altre attività per le quali sussiste obbligo di iscrizione a un altro ente o cassa previdenziale, diversi da Inail.
Possono presentare domanda i seguenti soggetti proponenti: tutte le organizzazioni espressamente riportate nel decreto del Ministero del lavoro e delle politiche sociali n. 204 del 15 ottobre 2021 anche per il tramite delle società di servizi controllate o di diretta ed esclusiva emanazione delle predette organizzazioni, con esclusione delle associazioni e federazioni ad esse aderenti.
Tali soggetti possono partecipare all’avviso in forma singola o in aggregazione tra loro.
L’avviso finanzia interventi informativi finalizzati a garantire una maggiore consapevolezza dei rischi in ambito domestico e delle misure da adottare per eliminarli e/o ridurli, nonché elementi di conoscenza riguardanti l’assicurazione obbligatoria e le prestazioni ad essa connesse.
I progetti di informazione possono riguardare attività informative attuate attraverso le seguenti modalità:
– in presenza;
– in remoto (videoconferenza sincrona).


Ai progetti di informazione viene riconosciuto un contributo finanziario di importo predeterminato, variabile in funzione del numero dei partecipanti e delle iniziative regionali in cui si articolano, che sarà incrementato successivamente di una quota variabile in funzione delle nuove iscrizioni all’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni domestici intervenute nel periodo di svolgimento delle iniziative progettuali da parte dei partecipanti alle stesse.
L’importo predeterminato, nel caso di iniziative attuate in modalità in presenza, è pari ad euro 20,00 per ora per partecipante; nel caso di iniziative attuate in modalità remota (videoconferenza sincrona), l’importo è pari a euro 15,00 per ora per partecipante.
Possono essere presentate proposte progettuali per interventi informativi di importo complessivo compreso tra un minimo di euro 20.000,00 (euro ventimila/00) ed un massimo di euro 140.000,00 (euro centoquarantamila/00) in ragione del numero dei soggetti partecipanti e della modalità di svolgimento scelta.
Sono ammessi al contributo finanziario esclusivamente progetti che non prevedano oneri a carico dei soggetti destinatari delle attività di informazione.
Le domande devono essere inoltrate esclusivamente per via telematica mediante l’accesso all’apposito servizio disponibile sul portale dell’Istituto all’indirizzo www.inail.it nella sezione attività/prevenzione e sicurezza/agevolazioni e finanziamenti/finanziamenti per la sicurezza/Avviso pubblico infortuni in ambito domestico (Comunicato inail 26 aprile 2022).

Cassa Edile di Caserta: Contributi in vigore dall’1/1/2022



La Cassa Edile della Provincia di Caserta, pubblica la nuova contribuzione in vigore dal 1° gennaio 2022


 


Cassa Edile Caserta – Riepilogo contributi dall’1/1/2022































































DESCRIZIONE

A CARICO DITTA

A CARICO DIPENDENTE

TOTALE

CASSA EDILE 1,875 0,375 2,250
QUOTE TERRITORIALI DI ADESIONE CONTRATTUALE 1,050 1,050 2,100
QUOTE NAZIONALI DI ADESIONE CONTRATTUALE 0,225 0,225 0,450
ENTE UNICO DI FORMAZIONE 1,000 0 1,000
ANZIANITA’ PROFESSIONALE EDILE 2,530 0 2,530
R.L.S.T. 0,500 0 0,500
FONDO SANITARIO NAZIONALE 0,600 0 0,600
FONDO PREPENSIONAMENTO 0,200 0 0,200
FONDO” SOST. AL CREDITO “ 0,100 0 0,100
FONDO INCENTIVO ALL’OCCUPAZIONE 0,100 0 0,100
FONDO INIZ. TERRITORIALI DI SETTORE 0,100 0 0,100
TOTALE 8,280 1,650 9,930


Le percentuali di cui sopra devono essere calcolate su paga base, indennità di contingenza, indennità territoriale di settore, sul trattamento economico per le festività in vigore sull’E.d.r. e sull’ E.E.T..

Anticipazione dell’indennità di vacanza contrattuale per il pubblico impiego

Stabilita, dal corrente mese di aprile, l’anticipazione dell’indennità di vacanza contrattuale dell’anno 2022, al personale appartenente al Pubblico Impiego

La Legge di Bilancio 2022  prevede che, nelle more della definizione dei contratti collettivi nazionali di lavoro e dei provvedimenti negoziali relativi al personale in regime di diritto pubblico per il triennio 2022-2024, si dà luogo, in deroga alle procedure previste dalle disposizioni vigenti in materia, all’erogazione dell’ anticipazione e degli analoghi trattamenti previsti dai rispettivi ordinamenti, nella seguente misura mensile percentuale rispetto agli stipendi tabellari:
– dal 1° aprile al 30 giugno 2022 0,30%
– dal 1° luglio 2022 0,50%
Precisazioni per il personale appartenente ai comparti Funzioni Centrali, Istruzione e Ricerca, Sanità, Funzioni Locali e alle corrispondenti Aree
Per il personale appartenente ai comparti Funzioni Centrali, Istruzione e Ricerca, Sanità, Funzioni Locali e alle corrispondenti Aree, l’importo dell’IVC 2022 è stato calcolato provvisoriamente sulla base dello stipendio previsto dai vigenti CCNL di riferimento.
Per il personale dirigente appartenente alla PCM per il quale non è stato ancora definito il CCNL 2019-2021 l’importo dell’IVC 2022 è stato calcolato provvisoriamente sulla base dello stipendio previsto dal vigente CCNL 2016-2018.
Tali importi si aggiungono a quello relativo all’IVC in godimento dal 2019 e andranno rideterminati all’atto dell’entrata in vigore del CCNL 2019-2021 sulla base del nuovo stipendio.

Registro Terzo Settore: procedure di iscrizione e trasmigrazione


Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha fornito chiarimenti in merito alle procedure di nuova iscrizione e di trasmigrazione degli enti esistenti al Registro Unico Nazionale degli Enti del Terzo Settore. (Circolare 21 aprile 2022, n. 9).

PROCEDIMENTO DI ISCRIZIONE


Il Registro unico nazionale del Terzo settore (RUNTS) è operativo dal 23 novembre 2021.
L’iscrizione al Registro Unico Nazionale degli Enti del Terzo Settore avviene su istanza di parte, e prende avvio dalla presentazione della domanda, che può essere effettuata dal notaio oppure dal legale rappresentante dell’ente o della rete associativa cui l’ente aderisce.
L’iscrizione tramite il notaio è obbligatoria nelle seguenti ipotesi:
a) enti di nuova costituzione che con l’iscrizione al RUNTS, oltre alla qualifica di ETS, intendano acquisire anche la personalità giuridica di diritto privato;
b) enti già dotati di personalità giuridica che intendono acquisire la qualifica di ETS;
c) enti già iscritti al RUNTS, privi della personalità giuridica, che intendono acquisirla o associazioni non iscritte al RUNTS e non riconosciute, che intendono, oltre alla qualifica di ETS, acquisire, quale ulteriore effetto, la personalità giuridica.
La differenza sostanziale tra l’iscrizione effettuata dal notaio e quella effettuata dal legale rappresentante, risiede nel fatto che solo nel primo caso l’ente che ne sia privo potrà acquisire, quale effetto ulteriore dell’iscrizione nel RUNTS, la personalità giuridica. Si tratta di una modalità semplificata, che trova la propria ragione nel “favor” del legislatore nei confronti degli ETS; la personalità giuridica, con l’effetto dell’autonomia patrimoniale perfetta e della responsabilità giuridica limitata che produce è strumentale ad un più agevole svolgimento delle attività di interesse generale dell’ente e al miglior perseguimento delle finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale.
Nel procedimento di iscrizione tramite il notaio, il ruolo del professionista è peculiare in quanto, antecedentemente alla presentazione dell’istanza, ha la competenza esclusiva di verificare “la sussistenza delle condizioni previste dalla legge per la costituzione dell’ente, ed in particolare dalle disposizioni del … Codice con riferimento alla sua natura di ente del Terzo settore”.
Tra i controlli di legalità che il notaio è tenuto ad effettuare c’è la verifica che l’atto costitutivo e lo statuto siano conformi tanto alle disposizioni applicabili alla generalità degli ETS quanto a quelle recate dalla disciplina particolare applicabile alla specifica qualificazione che l’ente intende conseguire (ODV, APS, ecc.). La selezione della sezione dove l’ente dovrà essere iscritto, effettuata dal notaio attraverso il sistema telematico, non è infatti un’operazione meramente meccanica, ma piuttosto essa costituisce l’esito dello scrutinio condotto dal professionista, sotto la propria personale responsabilità, circa l’effettiva rispondenza degli assetti statutari alle previsioni recate dalle norme.
Ulteriore oggetto della verifica del notaio è la sussistenza del patrimonio minimo. Riguardo a quest’ultimo aspetto, il Ministero ha evidenziato il differente regime giuridico introdotto dal Codice del Terzo Settore (CTS) rispetto alla previsione del DPR n. 361/2000: difatti, mentre quest’ultima disposizione reca il concetto di “adeguatezza del patrimonio” rispetto alla realizzazione dello scopo individuato nell’atto costitutivo/statuto, rimettendone la valutazione alla discrezionalità della P.A. competente, il CTS introduce il diverso concetto di “patrimonio minimo”, il cui livello di sufficienza è predefinito dal legislatore (15.000 euro per le associazioni; 30.000 euro per le fondazioni). La verifica circa la sussistenza del patrimonio minimo deve basarsi sulla consistenza del patrimonio nella sua interezza, comprensiva di tutte le sue componenti, inclusa, pertanto, l’eventuale parte eccedente la soglia minima legislativamente fissata.
Gli esiti di detta verifica devono essere attestati dal notaio espressamente, come parte integrante dell’atto depositato o con l’allegazione di un documento aggiuntivo alla domanda di iscrizione.
Nel procedimento di iscrizione tramite il notaio, dunque, residuano in capo all’Ufficio del RUNTS esclusivamente poteri di verifica della regolarità formale, tra cui rientrano la completezza e correttezza dell’istanza (ad esempio, la presenza delle informazioni e degli atti previsti).


Nell’ipotesi di istanza presentata dal legale rappresentante, invece, l’ufficio del RUNTS accerta in primo luogo la regolarità formale dell’istanza, ovvero la presenza dei dati e delle informazioni necessarie nonché la completezza e correttezza della documentazione allegata. Successivamente, accerta, sotto il profilo di legittimità, la sussistenza delle condizioni previste dal CTS ai fini dell’iscrizione (conformità delle regole statutarie dell’ente alle norme inderogabili del CTS e rispondenza delle caratteristiche dell’ente alla sezione nella quale si richiede l’iscrizione). In proposito, il Ministero precisa che in ogni caso l’istruttoria deve consistere in una verifica della sussistenza delle condizioni previste dal CTS, escludendo che l’istruttore faccia ricorso alla discrezionalità amministrativa.

ENTI GIÀ ESISTENTI


Il procedimento di iscrizione al RUNTS è effettuato su domanda del notaio anche per gli enti già dotati di personalità giuridica, che intendono acquisire la qualifica di ETS. In tali casi, per effetto del provvedimento di iscrizione al RUNTS e per tutto il periodo di mantenimento dell’iscrizione stessa, viene sospesa l’efficacia dell’iscrizione nei registri delle persone giuridiche di provenienza e conseguentemente si rendono inapplicabili le disposizioni del DPR n. 361/2000.
Tale effetto sospensivo non ha natura facoltativa, né tanto meno è rimesso alla libera determinazione dell’ente.
La disposizione ha lo scopo di evitare la sovrapposizione di funzioni e competenze derivanti da una doppia, contemporanea iscrizione degli enti del Terzo settore nei registri delle persone giuridiche di cui al D.P.R. n. 361/2000 (tenuti da prefetture e regioni) e nel Registro unico nazionale del terzo settore.
La sospensione implica che in caso di cancellazione dal RUNTS, si riattiva la pregressa iscrizione, evitando in tal modo la perdita della personalità giuridica precedentemente acquisita dall’ente sulla base del D.P.R. n. 361/2000.
In virtù della prospettata soluzione, per tutto il periodo nel quale l’ente è iscritto al Registro unico nazionale del Terzo settore, esso soggiace alla disciplina propria del CTS ed è sottoposto ai controlli in esso previsti, dovendosi escludere la contemporanea sottoposizione ai controlli da parte della P.A. competente alla tenuta del registro delle persone giuridiche. In altre parole, per effetto dell’iscrizione al RUNTS gli enti in parola non acquistano una nuova o diversa personalità giuridica rispetto a quella già riconosciuta ai sensi del DPR n. 361/2000. Ugualmente, a seguito dell’eventuale cancellazione dal RUNTS, in coerenza con quanto sopra esposto, non è ravvisabile un caso di reviviscenza della personalità giuridica acquisita precedentemente all’iscrizione al RUNTS, ma più correttamente la riespansione dell’efficacia dell’iscrizione nel registro delle persone giuridiche e, conseguentemente, il riattivarsi dei poteri di controllo in capo all’ufficio gestore del registro delle persone giuridiche, quale autorità governativa ai sensi del codice civile, caratterizzati, tra l’altro dalla discrezionalità nel valutare l’adeguatezza del patrimonio residuo ai fini del conseguimento dello scopo sociale.
Tra i controlli di legalità che il notaio deve effettuare nei confronti degli enti già dotati di personalità giuridica, resta la verifica della sussistenza del patrimonio minimo. La verifica deve essere effettuata sulla base di apposita documentazione contabile. Anche quando gli enti in questione dispongano di denaro sufficiente a raggiungere il limite previsto non è infatti possibile escludere a priori l’esistenza di passività tali da ridurre, di fatto, la consistenza patrimoniale rappresentata da tale liquidità. La verifica deve essere basata su documenti contabili – patrimoniali aventi data certa non anteriore a 120 giorni dalla presentazione della domanda. Riguardo ai documenti contabili-patrimoniali, il relativo valore deve risultare da una relazione giurata di un revisore legale o di una società di revisione iscritti nell’apposito registro. In via subordinata, nel caso in cui l’ente si avvalga di un revisore legale esterno o quale componente dell’organo di controllo, la relazione giurata può essere sostituita da una situazione patrimoniale, aggiornata a non più di 120 giorni antecedenti la presentazione dell’istanza (ultimo bilancio d’esercizio approvato o bilancio infrannuale redatto con i medesimi criteri del bilancio di esercizio), completa della relazione dell’organo di controllo o del revisore che ne attesta la corretta compilazione. Tali documenti, su cui deve essere basata l’attestazione del notaio circa la sussistenza del patrimonio minimo, devono essere allegati all’atto pubblico ed essere depositati unitamente all’istanza presso il competente ufficio del RUNTS.
La relazione giurata sulla consistenza del patrimonio, sulla quale si basa l’attestazione effettuata dal notaio, deve essere prodotta anche con riferimento alle associazioni non riconosciute già iscritte al RUNTS, o a quelle che richiedano l’iscrizione, ove intendano ottenere la personalità giuridica.

TRUST


Il tema dell’accesso al RUNTS si pone anche con riguardo all’istituto del trust.
Il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali ha chiarito che secondo il consolidato orientamento giurisprudenziale il trust non è un soggetto giuridico, ma piuttosto un insieme di beni e rapporti con effetto di segregazione patrimoniale, non rilevando ai fini della conformazione della soggettività giuridica l’attribuzione della soggettività tributaria. L’affermata inesistenza della soggettività giuridica del Trust, ovvero la non configurabilità di esso come ente, ne preclude la possibilità di essere ricompreso all’interno del Terzo settore.


ASSOCIAZIONI e CGIL CISL UIL: Accordo di solidarietà per il popolo ucraino

Il giorno 25/3/2022, tra CASARTIGIANI, CNA, CONFAGRICOLTURA, CONFAPI, CONFARTIGIANATO, CONFCOMMERCIO, CONFESERCENTI, CONFETRA, CONFIMINDUSTRIA e CGIL, CISL, UIL, si è sottoscritto l’Accordo di solidarietà per il popolo ucraino

Le Confederazioni Cgil Cisl Uil e le Associazioni Datoriali CASARTIGIANI, CNA, CONFAGRICOLTURA, CONFAPI, CONFARTIGIANATO IMPRESE, CONFCOMMERCIO, CONFESERCENTI, CONFETRA, CONFIMI INDUSTRIA, condividendo i valori della Pace, della Democrazia, della Solidarietà, dell’amicizia dei Popoli, di fronte alla drammatica situazione che la guerra sta determinando in Ucraina, con milioni di profughi, hanno concordato di impegnarsi attraverso un sostegno mirato a sviluppare azioni concrete destinate a finalità umanitarie per il popolo ucraino nell’emergenza e per il futuro.
A tale scopo è stato attivato un conto corrente bancario denominato “CGIL CISL UIL Fondo di solidarietà per il popolo ucraino”, IBAN: IT90N0103003201000003300022, dove far confluire contributi volontari da parte delle lavoratrici, dei lavoratori e delle imprese da raccogliere nelle modalità che i diversi soggetti intenderanno individuare.
Le Organizzazioni firmatarie del suddetto Accordo effettueranno puntuale valutazione delle modalità di intervento umanitario attraverso la nomina di un “Comitato di indirizzo”.
La raccolta dei contributi avrà termine il 31 ottobre 2022.

Lavoratori autonomi occasionali: ulteriori precisazioni sulla comunicazione


L’Inl ha fornito precisazioni sulla comunicazione dei rapporti di lavoro autonomo occasionale.


 


Il 30 aprile pv è il termine ultimo per adempiere all’obbligo di comunicazione in parola a mezzo e-mail, utilizzando gli indirizzi di posta elettronica messo a disposizione di ciascun Ispettorato territoriale. Nel corso delle ultime settimane le comunicazioni in parola sono state effettuate, in buona parte, attraverso la citata applicazione che, evidentemente, rappresenta un efficace strumento per gli Uffici per svolgere l’attività di monitoraggio richiesta dallo stesso dettato normativo.
Tuttavia, al fine di salvaguardare la possibilità di adempiere all’obbligo di legge anche in caso di malfunzionamento del sistema o in altre ipotesi connesse ad oggettive difficoltà del committente (ad es. quando il committente che abitualmente si rivolge al professionista per l’adempimento è invece costretto ad operare in proprio), è opportuno mantenere attive le caselle di posta elettronica (nota n. 29 dell’11 gennaio
In ogni caso, la trasmissione della comunicazione a mezzo e-mail non consente, contrariamente a quanto può avvenire attraverso il servizio predisposto dal Ministero del lavoro, un efficace monitoraggio degli adempimenti, proprio in ragione delle difficoltà di disporre di un “quadro complessivo” del)e trasmissioni effettuate dal medesimo committente e dei relativi contenuti. Eventuali verifiche, anche a campione, che gli Uffici devono attivare sono prioritariamente effettuate nei confronti di committenti che facciano uso della posta elettronica anziché della citata applicazione (nota Inl 22 aprile 2022, n. 881).